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Il gioco delle tre carte è una vera e propria truffa da strada che permette all’esecutore di vincere la somma di denaro scommessa dalla vittima.
Il gioco consiste nel disporre le tre carte, due uguali è una diversa (spesso una donna o un asso), sul tavolo; girale a faccia in basso e mescolarle. Se la vittima riesce ad indovinare dove si trova la carta diversa alla fine del miscuglio vince i soldi, se sbaglia li vince l’esecutore.
Il trucco sta nel far credere alla vittima che stia seguendo la carta diversa, ma l’esecutore lo fa in modo che la vittima perda di vista la carta giusta e inizi a seguire una delle due carte uguali. Il miscuglio, proprio per questo motivo, non è mai fatto velocemente ma lentamente in modo che sembri semplice seguire la carta giusta, altrimenti la vittima potrebbe indicare una carta a caso e avere 1 possibilità su 3 di indovinare la carta giusta.
Il gioco, per essere eseguito al meglio, richiede più persone di quanto si possa pensare:
- l’esecutore: il più bravo a muovere le carte e a convincere la gente a giocare;
- 2 finti sfidanti: complici dell’esecutore che lo sfidano e riescono a vincere;
- 2 pali (facoltativi): servono per avvisare gli altri se si avvicinano delle forze dell’ordine.
I primi cenni storici inerenti a questo effetto o, per lo meno, ad una sua variante con più carte risalgono al 1408, ma non viene fornita una descrizione del metodo. Nel capitolo 11 della rivista “ Magia “ Gianfranco Preverino scrive che queste informazioni risalgono ad una lettera di remissione indirizzata al re di Francia Carlo VI. In questa lettera, un tale Colin Charles, chiede perdono per avere imbrogliato un commerciante bretone facendolo scommettere, tramite un gioco in cui la vittima doveva individuare una carta vincente tra altre perdenti. Un primo riferimento alla mossa chiave del gioco, questa volta, però, usata con dei mazzetti invece che con carte singole, si ha nello scritto da anonimo “ manoscritto di asti “, scritto nel 1700. La mossa fatta con le carte singole, per lo meno per cio che riguarda le illustrazioni grafiche, pare risalire, invece, al 1861, reperibile nel libro “ Les trickeries des Grecs Devoilées “ di Jean Eugène Robert-Houdin, mentre, il maneggio corrente, risale al 1876 in “ Modern magic “ del Professor Hoffmann. Degno di nota è il libro “ Forty years a gambler on the Mississippi “ una autobiografia scritta da George Devol, narra la vita dell’autore che, per 40 anni, ha passato le sue giornate sui battelli del fiume eseguendo questa famosa truffa e barando quando poteva ai piu svariati giochi e scommesse. La truffa in se, probabilmente, ha origine nel 1700, sempre Gianfranco Preverino porta nel suo articolo un estratto molto interessante di un fatto avvenuto nel 1783 ( estratto dal libro “ le bische e i giuochi d’azzardo a Venezia “ di Giovanni Dolcetti del 1903 ) dove un uomo confessa agli “ esecutori contro la bestemmia “ in cosa consisteva il gioco, spiegando chiaramente la famosa dinamica della truffa.
Il gioco delle tre carte è una variante del famoso gioco delle tre campanelle, una truffa che si svolge allo stesso modo ma invece delle carte si usano tre coppette è una pallina che, mentre le coppette vengono mescolate, viene fatta uscire e impalmata dell’esecutore in modo che, qualsiasi coppetta scelga, la vittima non vinca mai.