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La presentazione “classica” utilizzata per la messa in scena del “mazzo invisibile” è sempre stata attribuita a Eddie Fields, che, in “The Greater Artful Dodges of Eddie Fields” la utilizza in una routine con l'Ultra Mental Deck di Joe Berg creato nel 1936, anche se già nel 1929, Judson Brown pubblicò su “The sphinx”, “A super reverse problem”, un mazzo invisibile fatto con la cera per prestigiatori.
Fields dichiarò che l'idea per la sua presentazione fu creata poco dopo il 1942 mentre si trovava in un ospedale militare per far visita ad un amico che fingeva di essere mentalmente instabile. Questo amico mescolò un mazzo immaginario e invitò Fields a giocare a poker con lui. Fields vide il potenziale per una presentazione da legare all'Ultra Mental Deck.
Tuttavia, Bill Abbott, nel suo libro “Cocktail Card Magic”, rivela una scoperta che ha fatto durante la proiezione di un cortometraggio intitolato “Oliver The Eighth”, con Stan Laurel e Oliver Hardy, pubblicato il 13 gennaio 1934, almeno 8 anni prima che Eddie Fields iniziasse a lavorare alla sua presentazione. Questo film potrebbe essere stato la fonte, se non l'origine, delle gag classiche utilizzate oggi. Nel film, Jack Barty, un attore comico che interpreta un personaggio di nome Jitters, esegue un'intera scena con un mazzo invisibile, rimuove il mazzo da un astuccio vuoto, lo scuote per prendere tutte le carte, le mescola, le taglia e poi inizia a giocare ad un solitario. Stan Laurel si avvicina e lo vede mentre gioca, Barty raccoglie le carte invisibili e ne fa scegliere una a Laurel e successivamente Barty nomina il sette di quadri che si rivela essere la carta scelta.
Nonostante ciò, l’idea potrebbe essere ancora più antica, infatti a partire dal 1922 troviamo descrizioni di vari sketches comici in cui si giocava a carte con un mazzo immaginario o invisibile; ad esempio, il 25 giugno 1922, su “Morning Telegraph” si legge di un attore, Hamtree Harrington, che gioca a poker con carte invisibili. Ad avvalorare però la tesi che fu “Oliver The Eighth” la svolta per questo effetto, furono sia i numerosi studi fatti dopo la sua uscita, sia il fatto che fu il primo ad inserire un “gioco di magia” nella scena.
Theodore Annemann descrisse su “The Jinx, n. 12” del 1935, con il titolo "WANTED - Una routine di carte senza carte!", un effetto in cui un mazzo invisibile viene mescolato, si mette in tasca, si fa nominare una carta e la stessa viene estratta dalla tasca (senza un metodo). In seguito, Grant offrì due metodi per realizzarlo in “50 Crazy Card Stunts” del 1939, uno con il classificatore, l’altro con una forzatura verbale che restringe il numero di carte nominabili.
Tuttavia, Bill Mullins trovò su “The Magic World, Vol.6” del 1923, alcune citazioni, tra cui: “Leslie Henson, con un mazzo di carte immaginario, stava facendo un trucco immaginario. È stato stranamente divertente.", non vengono fornite ulteriori informazioni riguardanti il "trucco immaginario" di Henson e le sue gag.