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Carlo Rossetti nasce a Torino nel 1876, e a 13 anni si arruola all’accademia navale di Livorno uscendone quattro anni dopo come guardia marina. La sua carriera continua fino ai 32 anni, momento in cui si congeda come capitano di vascello. Successivamente fu importante il suo ruolo diplomatico nelle colonie italiane come ministro plenipotenziario, munito quindi di pieni poteri dal re, autorizzato a negoziare e firmare trattati internazionali. Durante la seconda guerra mondiale fu richiamato in marina con grado di ammiraglio. L’Italia conosceva Rossetti come un uomo in divisa, ma pochi sapevano quali fossero le sue passioni, in che modo Carlo si distraeva, e che nonostante le sue grandi responsabilità riusciva a trovare il tempo e la voglia di esprimersi con diversi hobby, talvolta insoliti. Le figlie parlano del padre come una persona precisa e metodica, e nonostante i volti austeri delle fotografie rese pubbliche, raccontano di lui come un uomo gioviale, amante della compagnia e del gioco. Amava molto la cultura, si racconta di Rossetti come un uomo dotto e curioso, al punto che la sua collezione di libri ammontava a diecimila esemplari. Il suo studio era letteralmente invaso da pile di quotidiani che sembrava archiviasse con dedizione, e una delle sue passioni più bizzarre fu un’immensa collezione di piantine grasse di cui possedeva innumerevoli generi. Grande amante di grafologia, poliglotta e esperto linguista, autore di decine di pubblicazioni tra cui libri di linguistica tutt’ora validi nello studio del francese e dell’inglese. Viaggiatore incallito, amante dell’Africa e dell’Asia, uomo di grande personalità e carisma, personaggio ironico che amava tener banco ad ogni riunione di famiglia con scherzi e giuochi dilettevoli, grande collezionista di mazzi di carte da gioco e centinaia di giochi di prestigio acquistati nelle case magiche internazionali, uomo dalle mille risorse, ed ovviamente, con grande merito, prestigiatore e autore di tre magnifici testi sull’arte magica, libri rari e relativamente costosi, opere gelosamente custodite dai collezionisti di magia.
La prima di queste magnifiche opere, “Magia delle carte”, è un testo prettamente cartomagico, lo scritto più importante di Rossetti, pubblicato nel 1935 (faranno seguito numerosissime edizioni, talvolta arricchite di materiale aggiuntivo). Il secondo volume “il trucco c’è ma non si vede”, esce nel 1944, e tratta di svariati argomenti tra cui i giuochi classici della prestidigitazione, quali i bussolotti, ed effetti di manipolazione, mentalismo, magia generale e matematica. Importantissimi i cenni storici sull’arte magica riportati su questo volume. “Mago in due minuti” invece sembra più essere un libercolo alla portata di tutti, con pochi effetti facili e divertenti per un pubblico forse più curioso che altro. Quest’ultima opera oggi è davvero introvabile. Ciò che in realtà distingue questi libri dalle poche opere dei suoi contemporanei, lo si evince nel metodo esplicativo sia per ciò che riguarda la tecnica, che per l’importanza data a presenza e rappresentazione. Il mago deve avere un certo stile, deve essere una persona di cultura e saper presentare i propri numeri. La tecnica quasi passa in secondo piano, il modus diventa la chiave di lettura. Un prestigiatore deve vestire in maniera adatta, non deve sottovalutare l’importanza e la potenzialità del dialogo, si dovrà esprimere in maniera più che comprensibile con l’aiuto di un lessico corretto e forbito. La personalità e la cultura dell’esecutore esalteranno e daranno importanza alla performance, la buona tecnica renderà il giuoco fluido e pulito.
Carlo Rossetti non fu mai un professionista, ma certamente un grande esempio di dilettante al servizio di tutti gli appassionati, professionisti compresi, uno studioso dell’arte ed un provetto esecutore di giuochi magici.
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